la voce impolverata del crepuscolo
ci stringe forte.
È un momento, un passaggio.
Si fonde alla notte e abbaglia.
Lo senti gemere?
Avvolgimi con vicoli senz’occhi
e uscite chiare nel cuore
*
ALI CHE BUCANO LA TERRA
gli sguardi verdi ad un novembre
ancora fuori casa
ma prossima è la veste
di fermenti notturni
di brina che
all’alba imbianca ogni ricordo
*
NUDO SCARNO RIPULITO
l’orizzonte scalfito
dalla spina dorsale del vento.
Ossa del tempo
NUD DESCĂRNAT CURĂȚIT
zarea crestată
de șira spinării vântului.
Oase-ale timpului
(Traduzione: Costel Drejoi/George Nina Elian)
*
RIGUARDI
poi ti riposi e accanto metti un punto.
Il fianco chiude il taglio.
Hanno migrato
sangue e dolore
verso un altrove che
acqua nell’acqua ovunque indaghi.
Se rimanessi immobile
potrei vedere il tempo ritornare
*
VORREI FISSARE
dove si è riso
il bicchiere spaccato e le mani che
reggono un nuovo viso.
Mi vive e punge
dietro le labbra
la parola odorosa.
La ferma il balsamo dell’aderenza.
Cedimento imminente
*
STRANO
essere fuori dall’abito stretto
dei reciproci sguardi
e sentirmi intima di te
di più del corpo nudo che
– da lontano nel sangue
va per conoscerci
*
PIANO TI SVELI
e piano attendi
che s’annuvoli il lampo.
Ti parte sempre
sotto la posa
del piede in questa terra arata a viole
*
PERDEMMO IL SONNO
e in posa
ogni notte lo stesso istante.
Un ginocchio piegato tra il lenzuolo
e l’imminente