UNA LIBBRA DI CARNE
Sono un uomo nel vuoto
Un uomo sordo cieco muto
Sopra un immenso piedistallo di silenzio nero
Nulla questo oblio senza limiti
Questo assoluto di uno zero ripetuto
La solitudine compiuta
Il giorno è senza macchia e la notte è pura
DI SOLITUDINE IN SOLITUDINE VERSO LA VITA
I
Sono tenera con i forti
Sono debole con i teneri
So le parole da dire
Per ispirare soltanto l’oblio
Sono figlia di un lago
Che non è offuscato
Di un cielo limpido e blu
Fino ai miei piedi fermi
E figlia di una primavera
Che non finisce
Rido delle violenze assurde
E sono sempre in fiore.
GRANDEZZA DI OGGI E DIERI
IV
All’improvviso parlando mi sento vincitore
Più chiaro e più vivo più fiero e migliore
Più vicino al sole e più sicuro di durare
In me nasce un bambino che non è d’oggi soltanto
Un bambino di sempre che nasce da un bacio unico
Più spensierato di una prima farfalla
All’alba la primavera gli concede un secondo
La morte è vinta e un bambino emerge dalle rovine
Dietro di lui le rovine e la notte scompaiono.
Poesie tratte da “Il duro desiderio di durare”, “Corpo memorabile” e “La fenice”, in “Ultime poesie d’amore”, Passigli Editori, 1996, traduzione di Vincenzo Accame
Paul Éluard, pseudonimo di Eugène Émile Paul Grindel (Saint-Denis, 14 dicembre 1895 – Charenton-le-Pont, 18 novembre 1952), è stato un poeta francese, tra i maggiori esponenti del movimento surrealista.