Da dove a dove?
Il come,
il perché,
queste ore sparse nella stanza senza sveglia,
il ticchettio buio in cui permeo,
il pensiero trasversale ciucco a sera.
Farne a meno di occhi,
galline, ischemici compagnoni,
che spesso con il loro spasso
spargono,
nel mio silenzio spremono
favella,
con la stessa facilità, io,
potrei,
farei,
a meno di loro,
lascerei ogni parte di me socialmente utile
a queste socialità,
mi rinchiuderei, forse,
senza di me,
nell’acerbo dei tuoi fianchi,
nella semplicità del tuo profumo,
indosserei i tuoi occhi per un attimo,
frangerei animo in un anonimo scandalo,
per,
vorrei ricordarmi com’è che il bianco,
ostinato, fragile, ingenuo,
dei primi passi,
del grembiulino,
del battere forte delle onde
nel dire:
è lei!
E poi via con il motorino
a rubare le ore alla notte,
in due, senza sapere come fare,
ma comunque consumare quel bacio.