Philip Larkin / Poeti Internazionali

Continuare a vivere

Continuare a vivere – cioè ripetere
un’abitudine che serve a procacciarsi il necessario –
vuol dire quasi sempre perdere, o far senza.
Dipende.

Questa perdita d’interesse, capelli, e iniziativa
ah, se il gioco fosse poker, sì,
uno potrebbe scartarli, e fare full!
Invece è scacchi.

E una volta che hai percorso la lunghezza della tua mente, ciò
su cui hai il controllo è chiaro come una bolla di carico:
nient’altro, per te, devi pensare che
esista.

E qual è il vantaggio? Soltanto che, col tempo,
ci sembra di riconoscere la cieca impronta
dei nostri modi di fare, ne vediamo l’origine.
Ma confessare,

nella verde sera in cui comincia la nostra morte,
soltanto ciò che fu, non può bastare,
perché riguarda un solo uomo alla volta,
e quell’uomo muore.

Finestre Alte
da Finestre alte.

Quando vedo una coppia di ragazzi
e penso che lui se la scopa e che lei
prende la pillola o si mette il diaframma,
so che questo è il paradiso

che ogni vecchio ha sognato per tutta la vita –
legami e gesti messi da parte
come una mietitrebbia arrugginita,
e ogni giovane che va giù per lo scivolo

di una felicità senza fine. Chissà
se qualcuno osservandomi, quarant’anni fa,
ha pensato: Quella sarà la vita;
non più Dio, non più sudore e paura la notte

per l’inferno e per tutto il resto, non più
il dovere di nascondere quello che pensi del prete.
Lui e quelli come lui tutti giù per lo scivolo
come maledetti uccelli liberi. E all’improvviso

non una parola viene, ma il pensiero di finestre alte:
il vetro che assorbe il sole,
e, al di là, l’aria azzurra e profonda, che non mostra
nulla, che non è da nessuna parte, che non ha fine.

Philip Larkin (Coventry, 9 agosto 1922 – Londra, 2 dicembre 1985) è stato uno scrittore, poeta e critico musicale britannico.
Fin da giovanissimo coltiva la sua passione per la scrittura, scrivendo da quando aveva 21 anni vari romanzi e racconti giovanili con lo pseudonimo di Brunette Coleman, pubblicate però solo postume.
Dopo aver studiato letteratura inglese al St John’s College di Oxford, si guadagnò da vivere come bibliotecario prima alla biblioteca pubblica di Wellington nello Shropshire, poi all’University College di Leicester e, infine, alla Università di Hull, dove rimase fino alla morte. Contemporaneamente tenne una rubrica di critica jazz per il Daily Telegraph.

Loading

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.