Quello che dico è un attraversamento
il luogo dell’incendio, la prima scintilla dell’oblò.
Qui sgretola il cielo, si fonde il tesoro dell’acqua e della luce
la pioggia spacca le antenne:
dico che sono dietro l’assedio, con fratture alla voce e occhi di sale e benzina
e ho foglie di bosco, carcasse d’animali e fiori
per asciugare i suoni della lingua,
vado col passo contadino e mi raccolgo:
dico che piango per troppo vedere
per troppo pensare esplodo in tanti piccoli me: sogno l’impero e il secondo
la notte tutta impaurita tra le rose
che guardo come se fossero tue finestre
cenni della terra, inverno
che perde acqua dai televisori.