I poeti si ascoltano da soli
incollati
alla loro bava iridescente
visibile solo ad altri come loro
si ascoltano nella notte
nelle lamiere distorte
di big-bang fabbrica morte
s’ascoltano avvolti nelle coperte
a sfidare la sorte
tra mantelli d’oblio
e picchi celesti.
S’ascoltano su vecchi scontrini
su chiappe rotonde e grappe robuste
s’ascoltano in mezzo alla neve
o in piena metropoli
ora di punta, i poeti
s’ascoltano dentro la testa
dentro la testa, i poeti
s’ascoltano sempre
con la tempesta solare
o il buio totale di luna nera
mettono luce ai fili
appendono speranze alle incertezze
battono sentieri vecchi
ne tracciano di nuovi
colmano i vuoti
su tastiere
o pezzi di carta da cesso.
S’ascoltano nelle menti aperte
di lettori coi demoni e di quelli che ridono sempre
dei loro cancri andati
di quelli che piangono contenti
e di quelli che li senti
anche se non li vedi.
Anche se non li ascolti
i poeti
li ascoltano gli altri poeti.
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Purtroppo, aggiungerei