postazione 2 postazione 3 (2004)

non sono neanche

tanto furbo:

di fronte a un CD di 10 anni fa

scopro me stesso.

a volte son risorto

e mi son fatto paura,

a volte non evolvo – affatto

e mi faccio

paura. –

 

a volte mi intreccio

biascico

ba – ba

balbetto,

mi trovo imbarazzato

prodigo di scuse

che restano appese

 

in gola

fra i nervi

nello stomaco

 

e mi faccio

paura.

 

non bussare alla porta

è sintomo di civiltà,

in italiano viene bene

più aulico

simmetrico sonora

necessità.

 

direi la definirei

una necessità impellente:

il vaso che trabocca

dopo la cabala

dell’ultima goccia.

 

scrivi pagine

piene di dolore

se vuoi

 

bruciano gli occhi

tronfi d’amore

brucia la pelle – mia

al solo contatto col sogno

di averti avvolta

a palpebre aperte

finestre spalancate

sull’anima tua. –

 

averti.

termine di largamente maggioritaria

élite.

 

sembrava che tutti i 6 miliardi di abitanti di questo pianeta

si fossero fermati a guardarsi allo specchio,

nel buio del mare

freddo eppure mai

così caldo e tenebroso.

https://www.youtube.com/watch?v=4x23l6BGu3w

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