Riccardo Frolloni, tre poesie da “Corpo Striato”

sogni I

Era lungo la scarpata e i massi e la merda delle vacche
e procedeva bene, a passo svelto, diritto di schiena, nell’aria
leggera della montagna, ognuno attento ai propri piedi
col sudore sotto la camicia e il fiatone, il mal di gola,
nel sonno devo aver perduto la coperta, slabbrato il pigiama
o dimenticato una finestra aperta, così uno spiffero,
un rumore dal fondo delle campagne si intrufola,
diventa subito un fischio, mio padre già in cima
del primo promontorio, ce ne sarà poi un altro
e un altro ancora, ma neanche una parola, aveva il volto
sereno, da uomo, mi ammoniva di salire, di darmi
un tono, ma io arrancavo, passavo da altre parti, lo perdevo,
lentamente gli altri scomparivano nelle nuvole
o dietro ai sassi, io pure mi facevo più bianco con la pelle
fredda di sudore, mi dicevo non svenire ora, resta sveglio, svegliati.

materiali V

Vendevano elettrodomestici, batterie, lui
lo chiamavano Brionvega, perché vendeva quei prodotti

chiusero i battenti quando Nilla s’è ammalata,
non si fanno più vedere in giro, lei dorme
col pannolino, non lo dice, il parkinson

in confidenza, da donna a donna, parla
della testa, di una ferita al corpo striato, lo dice
come una vergogna, al corpo striato,
la notte
non riesce a trattenersi, si muove
il movimento
che solo la morte può zittire.

sogni V

Un giorno ti porterò quassù dove si vede
un panorama bellissimo, le vallate tra i monti

ci affacceremo all’alba con la quasi luce
sarà come vedere un film lentissimo e farà freddo,

è qua che voglio essere seppellito,
ricordo da piccolo

una quercia carbonizzata da un fulmine, rimase lì per anni
e ancora nell’ambra della memoria,

sarà così questa morte, mi prenderà alle spalle
sarà una morte normale,

questa mattina
non deve mai iniziare, parlami di te un po’

la volpe s’è appena addormentata, la notte è stata lunga

il cimitero non ha spazi, puoi leggere tutti i nomi

torniamo a dormire che è ancora presto
torniamo a letto.

——

Riccardo Frolloni nasce nel ’93 a Macerata. Ha pubblicato la plaquette Languide istantanee Polaroid (Affinità elettive 2014). Ha tradotto Sul non perdere le ceneri di mio padre, di Richard Harrison (‘roundmidnight edizioni 2018) e Non praticare il cannibalismo, antologia dell’opera di Ron Padgett (Del Vecchio Editore 2021). È stato direttore del Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna e ha lavorato per la School of Continuing Studies dell’Università di Toronto come lettore e assistente. Insegna italiano e latino nei licei. Corpo striato è il suo ultimo libro (Industria & Letteratura 2021)

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