C’è un intangibile filo rosso
a legare l’indirizzo celato del cuore.
C’è un centro dal quale rami dipanati dall’essenza
con foglie colorate e colline assediate dall’organza
formano un tappeto sui piedi predisposti
a fendere la fascia costiera di un altro giorno.
Quel centro che è essenza di un’associazione
di idee soffuse e poco chiare
ma che lampeggiano, nel capitolo della vita,
compenetrazione di conseguenze.
E poi immagineresti mai che l’io è un guscio
che naviga tremante sull’inconscio?
Una piccola unità di misura dell’essere ma dalla cui essenza
nulla si tange o si respira o si raggiunge?
Sì, eppure viviamo
ma sembriamo già affissi ad un album di ricordi
Perché nero è il respiro del mistero
che si fa chiaro nelle pupille di un bambino:
basta un soffio sul passato collettivo
e la polvere semplicemente rifugge la sedimentazione,
dissolvendo condizioni destabilizzanti per la germinazione.