Sappiate, innanzitutto, che l’Acqua dorme

a tratti ti somiglia: e dove alta posa l’arte delle fionde,
nelle curve degli occhi, dove dimora l’antica voglia di vedere:
e l’aria tutta s’infiamma e tu sei l’alba e sei l’oriente avvitato,
saltato via da un sogno.
E ti somiglia l’ora svagata, la stella, la medusa, la sposa stregata
appena sfiori l’idioma appuntito dell’acqua che ti muove;
e sei nei gangli appostata per svelare
l’arcano dei ventri cisterne
l’orbita intorno i fossi di pioggia e poesia
e sei la mano sotto l’uovo nudo
appena pronunciato mistero del raccontare storie
per nascere ancora e sempre concimare, proteggere, dare:
madonna pagana tra la folla sospesa sul leggìo miniato, cavea e grotta
sei il blu fondo inchiodato alla parola che passa sulla bocca
dove rinasce la città per sempre pescata e mangiata.

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