Scivolerò

Scivolerò
dalle braccia del porto
nel farsi mattino
vascello
che una fune stopposa
da troppo
trattiene
impiccato
a cigolare di noia.
Tutto da tempo
è stivato:
nulla mancherà
di me
lasciato a una casa
a una madre
non un occhio
uno slancio
perché gli imprevisti son molti
ed il tempo no
e le rotte
infinite.
E forse già oltre
la stagione
s’è consumata
per spalancare le tele
oltre l’ultimo capo,
colmarsi
del mai visto la vista,
la terra a precipizio
inchinarsi
all’ignoto
e stelle
capovolte
riflettersi
su lucide schiene
colline
di cetacei notturni.
Scivolerò nel farsi mattino
a bordo del vascello che sono
domani l’altro
o forse domani
tranciata la fune
che si immerge e riemerge
ornata di gusci
e di guano,
la maledetta
e salsa
fune che sono.

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