scopriamo questa fabbrica di nuvole, io e te, chiudiamoci
nell’umidore antico delle piogge:
facciamo la meccanica dei venti
che cambiano l’umore agli occhi e alla parola
e alziamoci:
nel sonno indovino che ci sposta
senza spiegarci il quando, il dove.
2 Comments
La sento mia.
nel sonno indovino che ci sposta senza spiegarci il quando, il dove…
Meravigliosamente poesia, grande Giovanni.
grazie infinite Catia 🙂
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