Senza nome

Sono dovuto diventare spugna
per assorbire dall’acqua
le pennellate sbagliate,
perché blu e rosso
non vanno d’accordo,
soprattutto d’estate.
Sono dovuto diventare alga
per confondere i turisti
con questa forma
da straccio strappato,
perché soldi e coscienza
non vanno d’accordo,
nemmeno d’estate.
Sono dovuto diventare abisso
per far sprofondare in me
le ombre scappate,
perché cimiteri e senza nome
non vanno d’accordo,
sempre d’estate.
Sono dovuto diventare piovra
per oscurare tutte
le paure degli altri
e non le mie,
perché sputi e recinti
e conti e rifiuti
vanno d’accordo,
d’estate
e sempre
e per sempre.

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