So che è un passo questa nuvola
so che domani non ci sarà
che il comitato dei venti non scherza
so che non posso aspettarmi niente
né vecchi palazzi ne vecchi coltelli
né inverni sotto i tuoi occhi di cenere
se tutta la rabbia del mondo fosse di vetro
e l’alba una scatola d’argento
una parola basterebbe veramente a un uomo
quale albero sarei
quale fiammella di grano
io vecchio corpo di un’idea
vecchia bugia del vivere poesie strettissime alla gola
poesie alle dita
scrivendo sulla pianta che indovina il tempo
il solco e la radice
Io sotto il naso
sotto la lingua altalena morendo io:
che mi cammino
e mi racconto gli argini e i fuochi e il legno nudo:
so che è un passo questa nuvola
e i vortici l’ebbrezza
delle sillabe
apprese
Che domanda sarei a una risposta d’amore?
forse la pioggia saprebbe
più ancora di ogni lettera
l’enigma
di questa mano che buca lo specchio:
io che non sono
che ancora non so se è vero che
cadere è un’invenzione dell’azzurro
oppure è solo un modo di sentire
l’acqua
e i piedi
e il volo
se anche lo specchio è un’invenzione dell’azzurro
e anche quest’ora
e questa virgola che sposta l’aria
e questa grandine che impazza.