Senza titolo

Le ore sono dunque poligoni, tempi e giorni
di quelle forme anche fallaci, sostituibili
dall’esattezza dei raggi solari sui grigiori cancerosi
dei collettivi. Oppure il sagomare di un’idea
del ‘noi’ tra i laghi più puri del cosmo e i verdi
del fresco gagliardo quando i pavoni, presi a ruspare
in perfetto orario, attraggono umidità in giostre di rifrazioni.
Forse i marmocchi sfuggiti all’aio conobbero e descrissero, sicuramente’età dell’oro’, quelle bambolette un po’ straccione
e perdute all’esistenza delle madri che dei mariti guerrieri
irrisero le sorti poiché la magra pesca delle anime
conobbe edizioni definite dalle pratiche di buddità e la merce
fu poesia nei canti circospetti descrivendo i voli al buio
più limpido. Piangono, le oasi sugli assedi dei militi
felici e dipinti sulle volte. E le promesse invecchiano, attendono
meste le cadenze della marcia guerresca dalle campagne
prive di pioggia, quella che fu raccolta negli elmi. Rilassa,
la pioggia prima della battaglia, più dell’alcol, mentre i roditori
sguazzano nelle pozze inventando schemi armonici.
Dal riparo di un chiostro alitano lacrime e i gabbiani
dalle maree guizzano come aforismi terenziani.
Sognai le materie con le parole che al tempo furono pure e
mobili noie in vano equilibrio sulle coste di pietra e
quell’ineffabile oplite che arlecchinava sul ventre
della morosa parlando a suo padre morto
il pomeriggio innanzi; e fumava nel breve spazio della licenza
breve, come un corpo a corpo tra i fremiti rumorosi del bronzo.
Lui non ha genitori, chiaramente, perché è
il soldato del mare e dalle alghe sono le sue origini, e la materia
è operaia della vita a metà, quella dell’ante-mito.
Sa bene che un urlo cadrà su quello scudo che oscurerà,
nel prima nel poi, gli occhi di un secolo avanti
la nebula socratiana. Intanto, si commerciano carni e sudori
alle origini della prima seminagione, neppure il tempo
di planare con le idee sugli astri sconosciuti ai più. Ascolterò, con l’immaginazione in brandelli,
le sillabe malate di queste terre
sporche da troppo tempo. Sarò disposto
all’ipnosi degli spot che mi garantiscono
vita nelle tundre siderali. Mai riuscii a decifrare
il colore dei tuoi occhi.

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