Senza titolo

“Dovresti ammirare te stessa.”
Il capezzolo che da sempre
mi allatta, è un nutrimento
di sottrazione.
La madre
delle mie intuizioni
ha cerchi ebbri
in più di una corteccia.
Continuate a ripetermi
“Tu sei una Quercia.”
Quando la mia unica
sfigurante forza
risiede nel guasto calice
dell’indifferenza.
L’io che si arrangia
che si aggrappa
che si arrampica
che insiste
che avvelena
e sopravvive.
Questo, sono.

Della Quercia
io non sono
che l’edera.

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