SEQUENZE PER SBAGLIARE IL BERSAGLIO di Giulio Maffii

Affinché tutti ci si ritrovi in un comune significato, direi che è bene citare cosa intende il dizionario per “logica”: la logica è una disciplina di carattere matematico che studia le forme del ragionamento deduttivo, attraverso l’analisi della loro validità, ossia in quanto argomenti in cui la verità delle conclusioni consegue da quella delle premesse indipendentemente dal contenuto delle proposizioni coinvolte. Immagino di aver iniziato in maniera fuorviante, ma vi volevo fare partecipi della mia sorpresa sfogliando il libro, e trovando le pagine piene di schemi logici in cui le campiture contengono versi. Porto un esempio, ve lo ricordate Eulero Venn? Con i suoi insiemi che si intersecano? Ecco il poeta Maffii, a pagina 38, ha utilizzato dei versi ponendoli negli insiemi dimostrando come la tangibile contiguità di tre quartine ha un fondamento logico e matematico. Un altro esempio, vi ricordate cosa sono i diagrammi di flusso? Quegli schemi a cascata alla base dei sistemi regolati da funzioni tipo AND, NOT, OR? Il poeta ha creato dei testi che è possibile leggere secondo questa logica. E nel libro sono raffigurati esattamente così. Tutto il libro è la rappresentazione in schemi e modelli della logica che tieni in piedi una poesia. Logica che noi non vediamo più, così come non facciamo caso a quella del pensiero. E’ qualcosa di assimilato. Perché 2500 anni fa, in quel groviglio di isole che chiamiamo Grecia, qualcuno ci ha pensato per noi. Io, personalmente rinvengo qualcosa dal grande potenziale didattico in quest’opera. Si dice senza timore che presto l’intelligenza artificiale sarà in grado di produrre testi in prosa di altissimo livello. No, non sto insinuando che Maffii sta programmando un algoritmo in grado di scrivere perfette poesie. Ma che abbia indicato una possibile terza via tra sperimentalismo astratto e lirica tradizionale. E mi piace molto l’idea che qualcuno abbia messo in così bella mostra questo tipo di rapporti della scrittura. Ritengo senza dubbio che un simile approccio andrebbe tentato magari in quella fase delicata dell’insegnamento. Perché è una prova provata che nessuna poesia è mai nata da sola, dal cuore, sorgendo dalle acque o cadendo da un albero. Esattamente come volevasi dimostrare.

 

Giulio Maffii ha diretto la collana di poesia contemporanea per le Edizioni Il Foglio. È stato capo redattore della testata giornalistica “Carteggi Letterari” e adesso per la rivista “Atelier”. Suoi lavori sono stati tradotti in spagnolo, inglese e romeno. Nel 2013 è uscito per Marco Saya Edizioni il saggio breve “Le mucche non leggono Montale”. Nel 2014 ha pubblicato per Marco Saya Edizioni “Misinabì” poemetto basato sui miti della morte degli Indios Taino. Sempre nel 2014 il saggio “L’Io cantore e narrante dagli aedi ai poeti domenicali: orazion picciola sulla parabola dell’epos” per Bonanno Editore. Nel 2015 il poema storico “Il ballo delle riluttanti” per Lamantica Edizioni e nel 2016 “Giusto un tarlo sulla trave” per Marco Saya Edizioni. Nel 2018 “Angina d’amour” (Arcipelago Itaca ed.). Nel 2020 ha pubblicato per l’ “Archivio per l’antropologia e l’etnologia” : “Con i piedi in avanti: la lunga passeggiata di anthropos e thanatos tra poesia e vizi simili”. Nel 2021 l’ultimo suo lavoro di poesia visuale edito per Pietre Vive editore “ Sequenze per sbagliare il bersaglio”. Scrive e collabora con la Compagnia teatrale Bubamara Teatro. Fa parte dell’associazione Pallaio per gli studi antropologici e multidisciplinari di Firenze. È docente di storia contemporanea presso il corso di laurea in Scienze giuridiche della sicurezza.

 

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