Quant’è durato il tuo lavoro?
Che?
C’è Bomba, un’enorme lametta che svolazza dietro la mia nuca
C’è Bomba
Bomba frenetica con Corso morto
San Giovanni ed una statua enorme
Libri in mano di marmo, aperti come immensa stoffa
Aperti come immensa stoffa nel mio stomaco, diramati
C’è bomba, una lametta di foto in costume
Una lametta di occhi grandi e languidi girati verso il soffitto
Il nervo ottico
La papaverina convalescente dentro al mio cranio
Una lametta di volti scuri e musi biondi
Una lametta di lucentezza e sigle country
Ci stanno sul cazzo un sacco di cose,
a me e a te,
mentre sono stesa me lo dici
non le possiamo accettare certe cose
poi te ne vai, ti chiudi la porta dietro,
amico mio,
e c’è Bomba
un’enorme lametta svolazzante
mi sembra di non poter dire niente,
mi sembra di amare uomini e donne nel prato
del mio ventre
all’interno di pance rigurgitanti
vestiti appesi tra le mie ciglia
c’è uno schifo di carne e macelli
e piccole esplosioni
c’è uno schifo di punti di sutura che si muovono
e sollecitano il mio egoismo mattutino
ad alzarsi in piedi
ispezionare zona pubica finestra socchiusa persona in cucina
sedia stretta tavolo rotondo
e poi a vomitare un attimo
roba gialla sopra ogni cosa
e poi a rimettermi con corpo e dita a scrivere
che c’è bomba di Corso
lui è morto, s’intende,
ma c’è bomba fresca e acida nel mio esofago
e accanto a me
mentre divento di ferro
e sottile faccio ombra
come se fossi un’enorme lametta svolazzante
come se stessi per incidere la mia nuca
come se mi vedessi mentre
il mio egoismo mattutino è costretto ad alzarsi in piedi
ispezionare zona pubica finestra socchiusa persona in cucina
sedia stretta tavolo rotondo
Come se mi vedessi mentre me ne sto
Con un solo terribile occhio spalancato
E ti ascolto
Mentre osservo il muro cadermi addosso
E c’è Bomba, cristo, che mi fissa
E mi domanda
Quant’è durato il tuo lavoro?
Quant’è-durato-il-tuo-lavoro?