Soliloqui

Mi commossi a legare il vento
con le fauci tra mani
prive di valli e liturgie,
sembravano pianure
dove sdraiarsi senza pudore.

Mi piaceva srotolare strade
dinanzi ai miei viaggi
specie se incorniciavo tutto
con l’ascolto dell’inespresso
e con martelli in soliloqui di guerra.

Era dolce ridere
dalle fotografie
con la bocca in mano
e le zampe fra i gioielli.

Oggi, ho un tramonto nella testa
e sghignazzo alla luce
prima che m’invada la cella.

Questa luce che mi assale
ha il sapore della sabbia,
un giorno come un altro
cadrà come cade l’acqua
e scioglierà ciò che pingue, allatta.

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