Al solito,
percorrevo anima e corpo,
i silenzi, quella volta,
li lasciai morire in un colpo
vibrato alla tempia
che m’attraversò le ossa
come il freddo della neve sottosopra
di una boule de neige
prima di gravitare al suolo
perdendo magia.
Così provai come a scuotermi
toccarmi i pezzi dopo l’urto
senza gravitare,
a testa in giù
col cuore vicino all’asfalto
e piedi goffi tra la neve.