Tutti quelli che conosco- e che non conosco-
si amano, e già stanno progettando fiori rosa
fiori di pesco- dimmi ch’è vero-
tutti quelli che non conosco si stanno già
arrampicando su una mera illusione:
ce ne stiamo malati a rifinire le nostre
canzoni preferite, ad invidiare il non-invidiabile
Ieri notte, o stamattina ho sognato un vulcano
e forse un messia dal viso rosso e un dito puntato
contro suicidi dalla testa a chiodo finiti dritti nella lava
io l’ho guardato o forse no,
c’era comunque un corteo di gente e sudore a spingersi
sarà perché ieri notte abbiamo messo Lucio Battisti
così per scherzo volume 45, e poi alle 4 e 30 del mattino
abbiamo fatto miriadi di volte il giro del palazzo
guardando un gatto-pantera aggirarsi severo e grigio
per i mattoni, cercando alberi
sentendo puzza di carogna, sarà che tutto l’odore
l’ho portato con me, fissandomi con la tachicardia
della caffeina, portandomi le mani alla testa prima di sentire
‘buonanotte’ alle 6 del mattino, e un ufo sopra il nono piano,
sarà per tutti questi motivi, ma ho sognato forte,
ed era ieri notte ma credo che in realtà fosse già mattina
un vulcano vomitava, come me quattro giorni fa,
senza bile, ma fuoco irradiato da eventi stellari
e tutta la gente stava lì impaurita e matta
e i miei amici, tutti quelli che non conosco, se ne
stavano coi volti lontani dal mio, e questo qui
con una specie di foglio in mano s’è messo a indicare
il vulcano- e la città era aperta e bianca, la gente pietre
come ebrei- e col dito teso m’ha detto
‘Vedi come va a finire?’