Sulla poesia

Un nugolo di voci
attorno ad un corpo arreso,
un truciolo del tempo
con occhi tersi di campagna
appena ascesa alla quiescenza.

Gli tolsero l’anima
con pinze e ventose
a divaricare margini,
senza refusi di mani
precise ma rumore di piatti
ad acclamare il progresso.

Rubai le loro voci
dal vento,
il succo era freddo
ciacolare, senza inflessioni,
senza venature di pianto,
senza umana pietà
a mostrare tormento

mani sul sacro, mani lucenti
e poi rosse,
sinistre,
ad aprire
finestre sul nulla.

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