Sushi e Guacamole

red

 

Sfiorami le pendule annoiate usure,
in queste flaccide ore di premure.
Sfiorale, con dita intelligenti
Ed apparecchia una tavola per due
dietro la tomba pisciata
d’Amerigo Vespucci [Moro nell’anima
e assai maledetto]

Sfiorami, ché non è mai troppo tardi,
per la noia espressa nelle bombe scanzonate,
per il Giappone al Sushi e Guacamole Messicano.
No! non è mai troppo tardi, per l’orrore no!

Accendi il canale siderale.
Accendilo che incombe la bava stolta e distruttiva
e sintonizzalo il basso clangore martoriante:
che mi ci masturbo le meningi con la Coreanica Follia.

Ed ora, ad un passo dallo sfacelo
ora, stappiamo le maledette bottiglie, tutte insieme,
all’unisono rombo di funghi radioattivi.
Ché non è mai troppo tardi, per morire in uno Zip!
Ché non è mai il tempo giusto per eliminarla,
quella noia che ci rallenta, che ci detesta
che spara voci nei corridoi bui delle bandiere.

Mentre la mia ombra, la mia ombra
quella impressa nel futuro già cenere,
spesso danza sulle orme dei Sioux.
Sulle loro verità inespresse e castrate
la vermiglia impostura dei crocifissi
ciclica ritorna e s’incanta
in tristi giorni reiterati

 

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