Ho un gran pudore
-un occhio rinascimentale-
Una grande mano
-afflitta, sparita su Hiroshima-
Due grossi tomi di idiozie
Ancora un gran pudore
E tutta la terra dell’universo
-Mi distruggo-
Ho un gran senso di non-realtà
Un occhio che sanguina
Un esile braccio di vita e carestia
-Mi disintegro-,
ho un grosso dovere sferico
intorno ai balconi della mia casa
e plano verso un vestito abbottonato bene
plano verso il collo che si vede
e i polmoni, i polmoni.
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Un esile braccio di vita e carestia
fra tutti un verso mondiale. e quei polmoni ripetuti a chiudere danno apertura alla poesia, la fanno volare su un argomento non facile. e respirare, respirare.