È ora,
-credo ci sia tempo e tempo ampio,
capelli che pettini su spazzole allo specchio,
poi ci siamo noi, ora, dentro poco più d’una goccia
gli altri poco più d’una pioggia, dentro tetti a spiovere-
si va, dimmi dove si va d’agosto, sola e la rugiada sospesa sul comodino,
i miei nei perenni, dita e tracci linee sul viso, rughe al sole, siamo soli l’uno dell’altra,
-siamo, si, vorrei come l’ultimo spazio di Bernd Jürgen Brandes essere in te,
vorrei essere posto in periferia tra le dita e dire comunque che abito in te
pasto d’uno sguardo che ti piace mordermi dopo che c’è piaciuto tanto-
lo so amore ma parla sussurrando,
scrivi che ci siamo dentro, scrivimelo quando sazi
di nei, rughe e soli.
tu credi che i capelli basteranno?
Ci vorrebbero tre vite o il cugino Itt in testa
per il nostro pasto.
art.
Tran Nguyen e Jason Wheatley