senza titolo

Le mie astrazioni
le mie incallite attrazioni metalliche
non il coltello con cui sbuccio la noia
questo mistero svelato pallido
che chiude in scultura un torso di mela

piuttosto queste virgole cadute
in questo tempo di vagule gioie
ricamo del mondo in cerchi elettrici
– fiato dei cani randagi
le mie parentesi graffe
-aprile che piove e nell’aprile fiori d’acqua e vortici clangori- tu- io- il tempo- gioco- a perdere l’orecchio nei fossi
se dici che invenzione è amore per un niente che batte- e metti un porto nelle mani e guardi alzarsi i tavoli e i verbi e tutto ti raccogli nella bocca

le mie astrazioni:
richiami di antiche mantidi
capogiri d’erba ai pollini suoni
lanterne meretrici e figlie gravide
di nuvole scritture

restatemi
nell’inguine fiume
assaltatemi l’occhio e la barba
e nel petto e sulla lingua
disegnatemi il sospetto di un volo

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