Ed ora, mi senti?
Disse, con la schiena flessa,
anche i pensieri e le cose del ieri flessi,
mi accovacciai pensando di avvicinarmi alle parole traslucide
che dalla schiena colavano a picco sul pavimento.
-provai paura, una sensazione che mi vibrava dentro-
Aprii la bocca per urlarla, per renderla liquida
e scavata gettandola tra le fughe delle mattonelle.
Mi interruppe l’intenzione, parlò prima di me,
disse: anch’io dovrei avere un nome
come le cose che stringi in mano ritornando dai sogni,
se nulla sei tu, chi sono io amore?