Tu non puoi morire
mio dio,
non puoi scendere in picchiata
dal palazzo fascista
e ballare al contrario
Tu non puoi morire
in questa notte bianca
tra le moschee afose
in questo inverno senza camicia
Ti sei nascosto nella parte
più calda del mio maglione blu,
batti a stento e come una mano
alla finestra il tuo saluto sembra
così lontano
oh, così lontano
Poeta, tu non puoi morire
ti sei circondato di lupi neri
senza ispirazione,
hai impiccato ogni parte di te
ma la tua immortalità è insopportabile
così ti ho buttato dalla finestra
Ma tu, ancora, non potevi proprio morire, poeta
e ti sei messo a ballare al contrario,
con le ossa avvezze,
sotto questo maledetto palazzo fascista
totalitario come tutti gli alberi
e le montagne e i pappagalli
dalle teste verdi
incredibilmente urbane,
libero, hai cercato di danzare
tra fruste di calepini
È per questo
che mentre il cavallo, il tritone,
e tutto il resto della gente ha riso di te,
io ho aspettato,
e con grande pena t’ho ripreso
e portato a me,
come un fotogramma
Svilito e ammaccato m’hai detto
“Avrei preferito morire”
ma tu non puoi, e mai accadrà,
quindi ti ho nascosto
nella parte più calda del mio maglione blu
e batti a stento,
batti a stento.