Potrei scrivere cose meravigliose
se solo lasciassi le parole scorrere
come i liquidi sciolti nel mio bicchiere
e potrei fare passi enormi,
se il ghiaccio potesse parlare
mentre si trasforma da solido in acqua,
davanti ai miei occhi sempre immobili
e magari potrei persino credere in Dio,
se almeno una volta mi avesse parlato
ma il tuo viso se ne va anche da qui
dove il ricordo del suo colore vivo
si tramuta in una morte orribile,
che non ha funerali ne cremazioni
e nemmeno una lapide sulla quale piangere.
Ho cercato nelle notti le risposte,
ti toccavo in sogno perché me lo imponevo
prima di addormentarmi da solo al freddo,
chè sognarti sarebbe stato giusto
e ho perso ogni strada ora che vivo sveglio.
E ti lascio andare così
mentre mi guardi sanguinare
affacciato alla finestra illuminata,
di un tempio infame
e sanguino senza sentirlo
arrivo persino ad abituarmi,
quando scende il sole
e la sera avanza in pace e stanca
su di me grande anemico
pieno di polvere e macerie,
che non accetto il buio
camminando verso un traguardo
nascosto dietro al Dio cromato,
che da brutto bastardo abbaglia la vista
mietendo le direzioni ubriacandomi
mettendo a dura prova le forze,
fatte di desideri e arcobaleni sbagliati
e che aspettano quei passi ancora,
come la carne attende i denti
guardando nell’oscurità senza essere gatto.