Tutti e due
tanto l’uno che l’altro
dovremmo rimediare
alla profonda evacuazione
allo stoma a desiderio
di quel male retroverso
E sugge
il cloro che mi sfianca
sciabordando radioattivo sulle pene
O sul gemito bastardo nelle notti separate
a domarti sulla pelle come avvinto al tuo dolore
Nei miei sogni
nei miei angoli remoti
ho steso con una mano
il livore dei tuoi orgasmi
Feroce melma d’utero e fiamme
[locuste di forme affamate d’amore]
E sei lontana oggi
così tanto – quanto prima
che il mio luogo annichilisce
sulle vampe di una terra
che mi annienta
di catene
Tutti e due
tanto l’uno che l’altro
dovremmo rimediare
Dovremmo attendere, dovremmo morire
e poi rinascere per poi morire
restando
un passo scalzo
sopra il fuoco
mal riuscito
frementi
ustionati
soli