Vladimir Holan / Poeti Internazionali

E’ primavera… Di notte, nell’ora vana
udì gemere la vite,
nonostante il forte rumore dell’acqua
che si perdeva dallo stagno attraverso un foro
scavato nella diga dall’anguilla…
Che altro restava a lui, se non patire,
innamorato fino al collo della musica che svanisce,
il pianto e la tortura della mutezza?

***

La vide soltanto una volta.
Ma da quell’istante stupì
e intonò un canto ma non sapeva a chi,
e intonò un coro ma nessuno lo seguì…
Osò adorarla così per un anno intero,
presente per il futuro, come ormai sapeva,
laddove ignaro pesantemente ritornava
da Maria Vergine a Eva….

Poi le scrisse.
Era un uomo e quindi aveva paura.
Lesse la sua lettera alla luce di un camino
nel quale poi la gettò.
Ed egli lesse la sua risposta alla luce di una neve
che mai si scioglie…

***

Febbrili raggi della luna
e tu tremi, misero Mozart!
Il diteggiare dei sordomuti non è così folle,
perché in esso i vivi sono almeno due…
Senti prossimo il tempo finito…
Se almeno uno d’improvviso venisse di coloro
che saranno al tuo funerale,
e dunque nessuno!

Vladimir Holan, dai Quaderni di Traduzioni, XV, Aprile 2013 (Rebstein), cura e traduzione di Sergio Corduas.

Vladimír Holan (Praga, 16 settembre 1905 – Praga, 31 marzo 1980) è stato un poeta ceco.
Lo stile e le caratteristiche letterarie di Holan si dimostrarono tra le più originali e complesse rispetto alle tendenze dominanti nella lirica ceca del Novecento e variarono a seconda del periodo creativo.
Nacque in una famiglia di forti valori religiosi cristiani.
Il suo percorso di studi e di formazione comprese la frequentazione della facoltà di giurisprudenza e di lettere a Praga.
Una volta laureatosi nel 1926 intraprese il mestiere di impiegato, che abbandonò nel 1935.
Collaborò con svariate riviste e giornali.
Durante gli anni trenta viaggiò in Italia e in Francia.
Nel secondo dopoguerra si allontanò, temporaneamente, dalla fede religiosa cristiana e partecipò attivamente alla vita politica del suo Paese nelle file del Partito Comunista di Cecoslovacchia.
Ma intorno al 1950 lasciò il Partito Comunista e riabbracciò le pratiche religiose cattoliche.
Da questo momento Holan si ritirò a vita privata rinunciando quasi completamente alle apparizioni pubbliche.
Nel 1960 è stato candidato al Premio Nobel per la letteratura.
Nel 1968 lo Stato gli conferì il titolo di Artista nazionale.

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