Voi – Noi – Se

Ho visto il dubbio
infrangersi sulle braccia di un vecchio clochard

Che partorite le sue lacrime, lento trascinava carne lungo i pendii
e logorato e scalzo, incatenato all’idea della sua grandezza sepolta
con un cartone di vino spento e puzzolente tra le mani; cazzo che dolore quei suoi ultimi sospiri,
Come un’intera generazione spoglia, priva dell’elettricità così tanto osannata, strafatta in etere
nuda e carponi. Ossidata all’alba del prepuzio d’un vessillo tradito.

E come perduravano le ore, dietro animate finzioni giapponesi, scodinzolando vernice rame e piombo
fluorescente nella bontà educata e moderata compostezza di dita non affilate
Bruciavano i libri, oh come bruciavano di cuori eremiti! Senza seme d’ogni cosa s’è perduta l’esattezza
nell’acre vapore alcolico di marciapiedi refrattari

Così tanto dolore, così tanto e senza tregua che comprime
Ed occhi esplosi in primavera, ed esplosi negli inverni bianchi andati
identici vitrei ciclostilati al carbone sulle scie delle bramose liturgie nevose
ma in solitudine

Senza tradito e traditore, solo povertà e stracci sui muri tinti
Indolenza che cola lenta e ineluttabile sul finire delle epoche mistiche
Fine, fine, fine delle storie così calde di coperte calde, primogenite ingiallite
e calde senza gli scopi futuri, ma calde

e freddo, freddo caldo nell’insensatezza dei tempi
come bava di sudore stantio su neonati paradossali
Che brividi e piagnistei e urla e abnegazione
scivolata afflizione d’innocenti nati antichi
in canti antichi da volti antichi

Ho visto il dubbio, l’ho visto
infrangersi sulle braccia di un vecchio clochard
E adesso ho il volto schiarito nelle occhiaie
ancora più feroce, più dolente, meno solidale

Voi e le vostre rughe di sapienza, le vostre morse d’amore
ingiustificato, i vostri moti di perfetta coesione e lotta
voi, siete il principio del dolore, il cadere della ragione
siete il seme guasto nella terra rastremata
incolta, povera di ogni cosa

Ed ora inorridite su erosioni con tiepide onde di mari e zolfo,
e corrodete capelli in luccicanti calvizie crepuscolari delle anime
Che in scollature e tacchi e tatuaggi indelebili sulla pelle illibata
e scie di fotovoltaici amori senza senso e ricerca smodata
ricerca senza posa, ricerca senza dio, ricerca al bourbon
su pantacollant di prostitute giù in stazione

Se vedeste, se vedessimo con occhi al futuro,
si spegnerebbero rose sugli altari in atti di dolore perpetuo
e si stenderebbero ponti con lastricate dovizie degli errori commessi
oh, se le palpebre smettessero il loro moto
e la vista cessasse di catalizzarsi sulla furia dell’ego
per un istante solo

se …

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