Zeta

Il tormento. I respiri.
Ombre,
si rincorrono,
si strappano da terra a vicenda,
non esistono.
Scendo-cado-affogo,
non mi salvo.
Le campane rintoccano
senza ritmo,
strillano orgasmi agli dei.
La terra trema,
uno sputo sparato fuori da una bocca rotta,
un respiro interrotto a metà
da una pallottola di plastica.
Nous aurons nos moments, ma chérie.
La televisione
sarà accesa tra un’ora,
prima bisogna prepararsi,
vestirsi bene, per andare
a bere
dalle pozzanghere nuovi batteri
e dare inizio a una nuova epidemia.
Il tormento. I respiri.
La frutta marcisce
lentamente,
sul tavolo di legno,
rovinato da bottiglie rotte.
Scendi-cadi-affoghi,
non ti salvi.
Nous changerons, nous pourrons changer, ma chérie.
Ignoriamo il malessere,
non siamo mai partiti
per migliorarci,
ci hanno buttati qua in mezzo,
ci hanno raccolti da terra
quand’eravamo troppo stanchi
per capire gli occhi.

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