E’ una tavola curva
con il piatto che scivola
e pietanze a confondersi
tra desideri nascosti
sotto campane d’argento
che trattengono il fumo
l’odore e l’ardire
e mani sotto si cercano
( quasi in preghiera)
e occhi sopra si lasciano
tra gesti confusi
e sedie che ballano
l’equilibrio precario
tirato
tenuto sospeso
spezzato e spiazzato
dal mago di turno
che toglie tovaglie
e semina i resti
del pane di ieri.
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