Ad un punto
forse nel mezzo o
a due quarti
da un terzo di tutto
ci sono le rosse
mutande
strappate ad un capodanno
e i fiori spariti nel vespro,
precoci, come l’amore giurato
dopo un orgasmo
che ha il sapore d’un peccato
perché sciupato,
deriso, quasi impiccato,
strozzato in un ricordo
che rincorre vorace se stesso.
E tu, e i tuoi occhi di fata,
perché l’iride e l’aria irradiata,
come germogli nel mio inverno,
come sole, solo sulla punta del petto
il tuo battito che vibrava e scaldava,
ora diventato veleno
e amo il tuo ricordo
mentre mi avveleno di questo.
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