Falde

Ecco, vedo le falde

l’attecchirsi ai basamenti

giù, alla banchiglia

che si apre al levare, alla luce

che mi accarezza il timore

se sto pingue su questo cuscino

in cui languo di tinte e apatite .

Spurgo frammenti, via

mi faccio posto, ora

sopra quel gelo, l’arpione,

che mi alleva alla blandizia.

E tu, foschia, hai visto

la corda che raccoglie questo fossile

arreso al mutare dell’onda

quasi fosse un pensiero,

la notte che gronda.

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