Aspetta, tu, che vuoi una certezza
modifico solo un attimo la mia anima
ci metto sopra una soluzione di colore
in modo ch’io possa definirne i contorni
e che tu, così, possa vivisezionarla
come fosse una maceria
per trovarci dentro i miei occhi.
Io però, vorrei solo mettermi il sole in bocca
come fossi, io stesso, il firmamento
e quella stella del mattino
me la poserei dentro alle mani
per soffiarci sopra la purezza, la mia
smarrita, ormai, nelle fosse del teschio.