Avessimo battuto qualche metro in più
Nelle stole di alabastri impreziositi
O nel volgere sempiterno di rinunce
in quegli occhi d’esegesi
Strofinandoci magari qualche angolo minuto
qualche datata apparenza con il muso
nella distanza verticale – dal tuo corpo al mio
In ogni tempo e di ogni tempo
avremmo curvato gli algoritmi
facendoci infine
il conto della serva di rimedio
nella loro inutile verità
Ché di quelle vibrazioni spaziotempo : orbite
L’effetto lente che ha ripiegato luce dai nostri
vani – inetti – trasfigurati volti
[Come quasi corollari di turchese gravità mentale]
Ed ora?
Mi Snocciolo in grani ora [calpestando le comete]
Una ad una le conto tra quelle cadute in scia
Cingendomi alla coda senza epoca
e senza più futuro
Come fosse l’ultimo bagliore di sole che m’ osserva
Così tanto -sì-
Così tanto videro questi occhi
in quel trasparente obliquo
che attraversava celere
la bellezza di noi
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