H 23;35

ti confermo l’orario di partenza e il luogo, l’hotel dove pernotteremo
e il sogno che faremo il giorno prima agitando
le bandierine del cocktails di benvenuto,
io e te smarriti nella hall della mente,
con i due piccoli tesori in spalla guardando la luna
nel lampadario di murano, in realtà inghiottiti,
dentro la calda noia del livido viavai dei forestieri
che allegri ci salutano con la manina.
Ti confermo la camminata a piedi nudi al Monte Nuovo
per una nuova altezza da carpire e per dare respiro alla manovra,
tutta pungoli e sferze, della vita, per fare insieme la salita
e la discesa mano nella mano;
ti confermo, e nego,
il piacere che ha avuto Andrea nel sapere che viene anche Marina,
la cantatrice slava e che si porta dietro affanni e pause (e onde e sonde) del suo
monologo di quattro figli riccioluti avuti a tappe alterne
prima che scomparisse dentro le parole;
e ti confermo la nostra presenza, la mia e la tua, nel copincolla di questo
messaggino tutto dicembrino
che me lo stampo e me lo incollo all’orecchio e poi ci faccio il botto,
per il bacucco che sono la sera quando dormi, slegata e beata
e resto solo a saltellare sopra una tastiera.

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