Se devo dire una verità
(fra le tante) sono costretto
a confessare una poetica
pretenziosa, spesso melensa
nel perseguire lemmi
da dizionario UTET. Tutto
per ben figurare nei simposi
pregni di memorie alcoliche,
descrivendo amori chiusi
nelle giacche invernali
e aperti sui pianeti da scoprire
in nome di chissà quale alterità.
Guardo, senza vedere, le panchine
più sporche per poi adottarle
come dimore di primo grado;
e lascio credere al tempo
d’essere più liquido della vita.
E ancora strappo erbacce
mentre la più rivoltante retorica
mi tende agguati aspettando in cucina.