Sulla Vera Libertà

1470003_663046797048999_884135318_nimmagine di © Paul Fryer

[I capelli sciolti, vento che mitiga
l’andare lento della libertà
di fianco passanti increduli]

– che ancora gioia estatica e razza gitana, urlavano –

Ma nell’imbrunire ho scorto significato
tra povertà e ricchezza e genti
In una Stratocaster argento ho poi veduto dio
cavalcare corde e cazzo e plettro

Dove caddero i fumosi Vangeli?
Tra cancelli ed arie da scoprire o
tra maschere e precipizi?

Dove si agitarono le variazioni ritmiche?
Tra i tam tam di un Temporale?
o nel celeste climax? Per poi concepire
atomi e orpelli?

Poveri noi:
La pioggia che scende – amico caro,
non ha mai esaurito la sua voce
non ha mai aderito la chiesa umana,
né le lacrime si adeguarono
al volto solitario di Cristo

Quindi:
vociare e notti d’africa e Ping Pong
ad oriente in mosche nere e lacrime
Questo è croce!

É merda.

Merda che scende amico caro,
Merda che mai ha esaurito la sua voce
E noi siamo, siamo solo ammassi informi
semplice gravità, sparata all’infinito

 

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