Telefono

quando ascolto una parola nuova non sono ancora nato
rimango immaginario e gioisco nascosto negli occhi
come un gatto senza racconto o un amore in un paese in guerra;
la pioggia è un ricordo che cerchi la sera quando sali sul tram
e ci sono solo due tre tizi che leggono il giornale mentre di fuori qualcuno si bacia,
da una finestra due occhi bruciano sognando una lingua cattedrale
piena di alberi aperti che si incastrano.
Poi cade tutto in memoria, e ogni cosa ritorna al suo posto
resta un silenzio vago fatto di cielo e di pelle appena sfiorata
come lo squillo di un telefono che guardi.

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