Introduzione al mondo di Idolo Hoxhvogli

La città è piena di altoparlanti che gridano «Allegria». Giorno e notte. Ora dopo ora. Istante per istante. «Allegria» ogni minutissima e quasi indivisibile porzione di tempo, cosicché l’«Allegria» precedente si mescola al successivo e agli altri emessi dalle trombe. La parola emessa è incomprensibile, tanto è il frastuono. Uno straniero vuole cogliere l’unità minima del baccano. In un lampo si avvicina a un megafono, come un lesto gatto. L’urlo «Allegria» ne scuote subito le viscere, lo getta lontano e lo striglia fino al midollo. Gli stranieri si ritrovano buttati fuori da un roboante «Allegria». Da vicino l’«Allegria» può essere pericoloso, ma è ovunque vicino in questa città, dunque piena di pericoli. All’inizio il sindaco volle incitare gli abitanti a essere felici. Fissò altoparlanti nelle strade, dentro e fuori i negozi, rivolti alle finestre delle case. L’idea deve essere fuggita di mano, oltre che dalla mente. Gli altoparlanti si sono moltiplicati. È giunta l’assuefazione, tanta che l’«Allegria» lo sentono soltanto i forestieri in un fragore confuso. Ripetutamente si avvicinano a un megafono per essere sbattuti fuori dall’urlo. I cittadini vedono forestieri gettati via, e sono infastiditi, non perché i forestieri vengono sputati al di là del mare e delle colline, ma perché lo scaracchio non arriva lontano, e può colare, scivolando da zattere e pendii, fino agli stipiti delle porte.

Introduzione al mondo, Scepsi Mattana Editori, p. 15.
11150210_922697764437435_4950334195126554909_n

Loading

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.