KHAMSIN di Maria Grazia Galatà

Pensate a Venezia. Una città che continuamente sorge e sprofonda tra le acque. Dove lo stesso passo e incedere, verso quello che pensi d’aver trovato, d’un tratto svanisce. Ora immaginiamoci avvolti dal Khamsin, un vento caldo che per cinquanta anni tormenta il deserto egiziano portando con sé la sabbia e cambiandone la morfologia. Ovunque ci trovassimo che fosse alba o tramonto, fine o inizio, nell’arco di sospensione che per confortarci chiamiamo “vita”, continuamente qualcosa ci sfuggirebbe. E potremmo trovarci a viaggiare spinti magari da “un vento ingannevole” mentre “le foglie / sono morte e cadono, cadono “. Leggendo questa silloge la prima tentazione sarebbe quella di usare il termine “caducità”. Ma questa poesia “senza punto d’inizio” appartiene invece a quel qualcosa ascrivibile all’effimera bellezza. I confini labili dei versi della poeta Galatà sono lo specchio di quella impalpabile consistenza della memoria che emergendo ci affonda. Le nebbie, i fumi, i vuoti, il fiato sono la perdita di un contorno netto. E con questo forse la poeta ci suggerisce che è inutile dannarsi ad afferrare, a trattenere. Le cose vanno sentite, contemplate lì nella loro epifania, nel loro istante. Rievocate senza timore. Perché mai dimenticare, parafrasando, che ci abita l’ignoto. Ovvero che la parte umbratile sarà sempre peso di maggioranza. A tal proposito cito una frase di Giordano Bruno: «Quest’ombra, pur non essendo verità, deriva tuttavia dalla verità e conduce alla verità; di conseguenza, non devi credere che in essa sia insito l’errore, ma che vi sia il nascondiglio del vero.» E concludo in maniera insolita, consigliandovi il libro e un viaggio. Perché esiste una strada chiamata Romea che collega Venezia a Ravenna dove, per motivi di microclima, ci si può trovare sospesi in dimensioni molto simili: tra il mondo dei morti e l’incomprensione dei vivi. Tra la nebbia alle caviglie, lo sguardo inutile, e il mare di fronte. Lo sa la poeta Galatà, e per certo lo sapevano Luigi Ghirri e Federico Fellini.

 

1
ed è tramonto di un passo
dentro ogni spina di spine
la fine di un luogo

la forma dell’angolo nel limite ignoto
e dimmi – le tue albe quali sono?

 

 

Maria Grazia Galatà, poetessa e artista visuale nasce a Palermo.
Collabora con il giornale di scritture “Il cucchiaio nell’orecchio” e Mentinfuga.

1986 vince il Premio Internazionale di Poesia e Narrativa “All’ombra degli Etruschi”
2002 partecipazione ad “underwood”, ad Ascona insieme ad altri nomi illustri della poesia contemporanea: Mario Luzi, Fernanda Pivano, Edoardo Sanguineti;
2003 ha editato il libro “Congiunzioni”, con fotografie di Costantino Spatafora,
2005 51° Biennale di Venezia, “La notte dei Poeti” con Ana Blandiana ed altri poeti di fama internazionale;
2005 partecipa con un opera in collaborazione con Costantino Spatafora all’evento “Padiglione Italia 13×17” curata da Philippe Daverio ed edito alla fine del 2007 da Rizzoli;
2006 è stata segnalata, tra le opere edite, al “Premio di Poesia Lorenzo Montano”;
2007 a giugno reading presso la fondazione Querini Stampalia di Venezia con l’intervento di Achille Bonito Oliva;
2009 Venezia sede Unesco
2009 53° Biennale di Venezia, “Notte di Luce”con Adonis, Yang Lian Loretto Rafanelli, Massimo Dona’, Pablo Hereveri, Jhonny Tuki, Marco Nereo Rotelli
2010 con un’opera fotografico-poetica in “The last book ” installazione di Luis. Camnitzer alla biblioteca di Zurigo, Svizzera;
2010 aprile “Altrove” reading e videoproiezione;
2010 -Edita “L’altro”, poesie e fotografie con prefazione di Gio Ferri e videoproiezione. Segnalazione al Premio di Poesia Lorenzo Montano
2011 Peggy Guggenheim Collection di Venezia con L’urlo di Ginsberg;
2011 collaborazione video con Roland Quelven;
2011 collaborazione video con Pinina Podestà;
2012 edita “Contrasti” scritture e fotografie con prefazione di Gio Ferri; video proiezione in collaborazione con Angelo Secondini;
2012 “Osservazioni Minimali “ Mostra fotografica personale; video proiezioni con musica di Angelo Secondini;
2013 “Accrochage “ collettiva d’arte Bologna;
2013 “Dice il vero chi parla di ombre” personale fotografica; presso la Galleria d’Arte dell’Istituto Romeno di Venezia.
2015 “crea Congiunzioni Festival di Poesia”
2015″Venezia e luce” in Antologia poetica di Marco Nereo Rotelli
2016 “Simmetria di un’apparenza” Personale fotografica presso la galleria d’arte “Istituto Romeno” Venezia
2017 Presenta quindici poeti internazionali in “Congiunzioni festival Internazionale” presso Centro Culturale Candiani di Mestre
2018 Edita per Marco Saya Edizioni il libro di poesie ” Quintessenza” con selezione al Premio “Lorenzo Montano” 2018
2019 “Punto poesia” cura con Francesco Mandrino un intervento sulla poesia
2020 Edita “L’allarme del crepuscolo” per Marco Saya edizioni

Loading

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.