Giulio Maffii, tre poesie da “Atletico sull’Atlantico”

*

C’è qualcuno sulla punta delle dita
dietro l’angolo
o raramente negli aspetti diurni
La cosa più insopportabile è la coda
il caffè diventato freddo
la glorificazione degli inetti
e la metrica intanto?

*

Sentiteli tutti
si scambiano parole
pensando di avere lo stesso diritto
che ogni parola lo stesso valore
che possono dire la loro
e sentirsi importanti
in fondo al burrone
alla foiba infinita
a quella parola
che in bocca allòro
non vale più niente
sì ma la metrica poi

*

Uno specchio si frantuma
in tanti altri specchi
non si rompe quindi
continua la sua opera
per ricomporre l’immagine
che non c’è che crei
oppure fingi l’impatto
e togli il senso
l’aggiungi
lo ricrei
L’unico rischio
è il sanguinamento delle dita

Tra i lavori di Giulio Maffii ricordiamo: il saggio breve “Le mucche non leggono Montale” (2013), “Misinabì” (2014) poemetto basato sui miti della morte degli Indios Taino, il saggio “L’Io cantore e narrante dagli aedi ai poeti domenicali: orazion picciola sulla parabola dell’epos” (2014), “Il ballo delle riluttanti” (2015), “Giusto un tarlo sulla trave” (2016) e “Angina d’amour” (2018)). Nel 2020 ha pubblicato per l’“Archivio per l’antropologia e l’etnologia”: “Con i piedi in avanti: la lunga passeggiata di anthropos e thanatos tra poesia e vizi simili”. Nel 2021 il suo ultimo lavoro di poesia visuale edito per Pietre Vive editore “Sequenze per sbagliare il bersaglio”. Scrive e collabora con la Compagnia teatrale Bubamara Teatro. Fa parte dell’associazione Pallaio per gli studi antropologici e multidisciplinari di Firenze. È docente di storia contemporanea presso il corso di laurea in Scienze giuridiche della sicurezza.

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