Diversamente Umani

cyborg

Restiamo qui
con un palmo di naso che da sul rosso
ad un vortice dall’inganno
che ci misura e ci comprime
mentre si scivola attratti all’implosione

Noi
che abbiamo la feroce chiglia
il rompere del ghiaccio e nylon
– travolti eppure –
di stupore meraviglia e merda
ad un passo dal dirupo
dove immobili pisciamo
contro il vento

Semmai si fosse,
saremmo ancora mostri
Carne macera e putrescente
Feti pavidi senza luogo

Il disco nel mentre ruota monotono
e salta tra fossi e graffi, wewe_ando
Il simposio della mente che si fotte
di merchandising e Santi Borghesi

Pentecostale
l’Ostello del Marchio
è l’inferno per volti
Brama
anime e incurie

Tragici ancora noi,
con un piede fuori dalla scarpa
peregrini senza confine

negletti
scalzi

diversamente
umani

 

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