posso tutto ciò che voglio (2004)

PTCCV

penso mangerò
infinite lupare ai bordi isosceli di trapezi immaginari
che lombrichi al lungomare di una spiaggia e di un oblò.
e vomiterò
altrettanti invertebrati incubi notturni
che potranno – se vorranno –
essere fatali sulle orme immaginate
di tendoni alati e di invettive contro qualsiasi sorta

questo è ciò che penso
e non c’è freddo, e non c’è dove;
questo mi riscalda
le sementi, il buono odore.
di polistirolo,
di credenza, di magone?
vento di sud-est
corna di pavone.

poi vivrò
infinite vite
e morrò
infinite morti
a melone,
sui pesanti oblii
da spiazzate vie
de turgibus molestibus
I wanna see you soon

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