È l’estrema esigenza di appannarmi
e di modellare il fiato sospeso sul precipizio
a fomentare le feritoie sul fronte scoperto.
Con un dito scriverei: datemi una porta dorata
saprei come ammansire il drago dalle mille scaglie.
Rispetto ai piedi di gesso della ricerca classica
il preventivo di Zarathustra è stato recapitato,
e potrei aleggiare nell’ambito della creazione
per mantecare i giorni sempre uguali.
Col tasto destro del mouse
cancellerei, se mi è consentito
dagli aedi del volemose bene,
i risultati della prenotazione
all’essere socialmente utile,
reparti gestionali del personale
gettati nella mischia a mezzanotte
per resettare ogni succursale.
Saranno litri di bile per tutti i commedianti
a proiettare su schermi di denso lattice
-in postazioni con elmetti lucidi-
assordanti respiri dai loro occhi.
Fuoco, fuoco al monumento edificato
in onore d’ogni guerra di liberazione
abbiamo già parlato a sufficienza
di doveri,
edificazioni umanistiche,
ristrutturazione dello spirito,
in questo agnello collettivo
sacrificato sull’altare dell’esigenza.