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Fra le colline di Assisi la rana gigante e la medusa
oh svolazzami intorno troverà il fratello bruno di colui che mi accompagnerà
e ancora e ancora in fondo alla casa al centro del cimitero
joder facciamo una prova
camminerò tra le scritte rosse
c’è un’improbabile via d’uscita gli schermi tre visi
medusa gigante aspetta che io attragga la tua corrente
è un fluido abbastanza sconcio, la metafisica non fa per questo bruno scoiattolo di gioventù
sopra il mio petto non c’è aria aspetta che l’incubo termini
la rana sta saltando invisibile sopra la creta le mie dita molli e molli
trovami un posto in cui poter affacciare di nuovo sulle buie campagne d’Assisi
c’è una pietra una specie di relitto e due ladri
cordoni ombelicali della mia stessa morte, così in questo posto fluttuiamo come dei sassi
sospesi delle magnifiche ed enormi inutili chiese falliche
Antes dos estrellas
estamos locos estamos, creo
locos en la marea
en la marea
Facciamo questa prova
svegliati al centro della scatola dei miei colori
perduti in un foglio immacolato in cui disegno capelli
y la calle, mi amor, la calle
TI SVEGLI
Adesso posso esprimere qualche dubbio per quanto riguarda l’assonanza di certi endecasillabi caduti smorti nel mio letto bordò con un elettromagnetismo pazzesco al centro del cuore
pulsa un’ovaia composta da sette lunedì e un solo giorno in cui intrattenere questo soliloquio e aspettarti, scrittore di schiena e vino aspettarti declamarti ad alta voce
non ce ne frega niente, mia sorella con la bocca aperta s’accorge dell’isteria della mia risata allora…
LE CAMPAGNE D’ASSISI
Bisogna ricadere nell’incubo cercare questo tratto di strada rocciosa
medusa obliqua che non esisti lo so bene d’essere nel fondo dell’oceano
come una sfera invisibile tengo il lume della ricerca nella tasca dei miei non occhi
adesso abbracciami fratello bruno e giovane
lei mi sta accanto c’è un divano e una corsa intorno al tavolo
TORNA INDIETRO
Adesso c’è la mia solita banana triangolare
sapresti dirmi alle sette e trentacinque
se potrei riconoscere quest’abbaio?
DORMIVEGLIA
Un abbaio incessante
E’ NOTTE
…allora non riesce proprio a chiudere la bocca, prima del delirio le mie coperte all’aria, ‘che stai dicendo?’ mi chiede sconcertata
e i suoi occhi uova fritte verdi nebulose indicibili frastorni, FRASTORNI
APRONO LA PORTA
C’è ancora acqua in questo cimitero?
È normale stare sotto le scale, non abbracciarmi giovane fratello bruno
ci sono tre teste che urlano il mio nome
VERONICA
…allora coi suoi occhi ancora rotondi lei dice il mio nome, risuona come in una bottiglia d’acqua mezza vuota
arriverà il canto ma adesso sono la bava del cane
ACCENDI LA LUCE
Posso dirti cosa ne penso e posso chiederti se ho parlato davvero ad alta voce?
La notte è fonda, dice di star zitta, mia sorella.
Ma poi riaccende la luce, la notte è ancora fonda, forse sono le sette e trentacinque del mattino
la febbre sul divano ma in realtà sto in piedi
ai piedi del soggiorno soggiogando ancora una certa forza di volontà della mia fase REM
NEL TUO LETTO
Ancora per poco c’è un crocifisso d’argento che osservo la doccia che si muove da sola per tutta la casa, tu ti alzi un po’ assonato vai a controllare…
MATTINO
Nel salone stessi vestiti
NEL TUO LETTO II
…che sia tutto al suo posto, ma stiamo annegando lo sentiamo già, io e mia sorella abbiamo creato trambusto e abbiamo fatto abbaiare fino alla luna il cane mai randagio a cui ho lanciato una maledizione profetica, non è niente al proprio posto siccome torni con alghe e ferite sull’addome
STOMACO
Allora io non so che fare se non iniziare a vomitare, medusa, c’è un centro ovarico e minimale alla fine di questa notte di sudari?
TRA LE COLLINE DI ASSISI LA RANA GIGANTE E LA MEDUSA
Dicevo che questi due mezzi adolescenti, uno il fratello bruno di qualcuno, l’altra con occhi e capelli candidi, oh siamo funghi, inaspettati velenosi funghi
Mi prendete per mano, attraversiamo l’immensa baita cornice di ogni mio incubo
io sono un maglione di ferro e senza delusione vi seguo mentre ridete e contagiate anche me
che inizio a ridere in un’isteria febbrile
donde estoy?
Terra madre, adesso mi parli dal profondo delle tue ceneri e mi dici di nuotare verso l’alto
così io non ti do ascolto e tra i coralli tu cerchi di uccidermi
he olvidado mi espacio
lascio i vostri tentacoli e le risate colano nell’entroterra della spaccatura paradisiaca
che posso intravedere
ma sono cieca, e così con passi e nuoto da talpa riemergo sputata fuori
dalla scatola dei miei colori
perduti in un foglio immacolato in cui disegno capelli.