http://www.deapress.com/culture/letteratura/14774-chi-e-hasan-atiya-al-nassar.html
(da Il labirinto)
L’alba è rimasta annegata, di alberi tenebrosi
e fuochi densi.
Sorgente di vapore, specchi luminosi
volano.
La tua camicia trasparente
come l’acqua, come aria desertica
ti chiederanno nuda sull’ultima pagina
del giornale
o nei solchi profondi
quelli che hanno scritto i nostri nomi palesemente.
Tu fuggi solo negli incroci stradali,
chiudi la porta del cuore, le finestre nel mio viso.
Ti vedo triste sul marciapiede,
tu stai andando verso il vetro della città,
stai cercando con i piccoli, erba e polvere.
Tu fuggi veloce come una stella.
Diventerai secca con la nebbia.
I tuoi sogni verdi hanno scordato la primavera.
Forse i boschi di fuoco sono rimasti divorati.
Tu fuggi sola
per leggere un quaderno di poesia.
L’ha scritta un poeta sconosciuto.
Il fiume si traveste verso di te,
arrivato dall’oriente, pietrificato nel dolore.
Il fiume brilla con la bellezza del tuo viso.